Fibrillazione atriale
Aggiornamento in Medicina
In molti studi, ma non in tutti, è stato dimostrato che il consumo regolare di pesce riduce il rischio di fibrillazione atriale e sembra che gli acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena ( PUFA ) siano i responsabili di questi effetti benefici.
Un gruppo di Ricercatori dell’University of Kuopio in Finlandia, ha verificato questa ipotesi studiando l’associazione tra 3 Acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena [ Acido Eicosapentaenoico ( EPA ), Acido Docosapentaenoico ( DPA ) e Acido Docosaesaenoico ( DHA ) ] e il rischio di fibrillazione atriale negli uomini.
In totale sono stati studiati 2.174 uomini dallo studio Kuopio Ischemic Heart Disease Risk Factor Study, di età compresa tra 42 e 60 anni e senza fibrillazione atriale al basale.
Nel corso del periodo osservazionale mediano di 17.7 anni, si sono verificati 240 eventi di fibrillazione atriale.
Nel modello di rischio proporzionale di Cox l’hazard ratio ( HR ) a variabili multiple aggiustato nel più alto ( maggiore di 5.33% ) versus il più basso ( minore di 3.61% ) quartile di Acido Eicosapentaenoico più Acido Docosapentaenoico più Acido Docosaesaenoico è stato pari a 0.65 ( P per la tendenza = 0.07 ).
Valutati singolarmente, solo l’Acido Docosaesaenoico è risultato associato a rischio di fibrillazione atriale ( hazard ratio nel più alto versus il più basso quartile 0.62; P per la tendenza =0.02 ).
L’esclusione di soggetti ( n=233 ) con infarto del miocardio o insufficienza cardiaca congestizia al basale o precedente all’evento di fibrillazione atriale nel corso del follow-up ha rafforzato leggermente l’associazione.
Gli intermedi sierici degli Acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena, Acido alfa-Linoleico o le concentrazioni di Metilmercurio nei capelli non sono risultate associate al rischio aritmico.
In conclusione, un aumento della concentrazione sierica degli Acidi grassi polinsaturi n-3 a lunga catena, un marcatore di consumo del pesce o dell’olio di pesce, potrebbe proteggere dalla fibrillazione atriale e la concentrazione sierica di Acido Docosaesaenoico è quella con il maggiore impatto. ( Xagena2009 )
Virtanen JK et al, Circulation 2009; 120: 2315-2321
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