Fibrillazione atriale
Aggiornamento in Medicina
La sospensione degli antagonisti della vitamina K si traduce in un eccesso di circa 5 ictus per 100 persone nei 3 anni successivi all'interruzione del trattamento rispetto al mantenimento della terapia con antagonisti della vitamina K.
Queste le conclusioni di uno studio che ha esaminato i dati di 68.288 pazienti con diagnosi di fibrillazione atriale.
I 5.116 pazienti che hanno sviluppato un ictus durante il periodo di tempo 2001-2013 sono stati abbinati a 25.540 controlli per età e sesso.
Nei 6 mesi dopo l'interruzione dell’anticoagulante Warfarin ( Coumadin ) il rischio di ictus è aumentato dell’89% ( odds ratio, OR=1.89 ).
Nel periodo compreso tra 180 giorni e 360 giorni dopo l'interruzione, il rischio è aumentato più del doppio rispetto a quanto riscontrato nei soggetti rimasti in trattamento ( OR=2.64 ).
Tra 1 e 3 anni dopo l'interruzione degli antagonisti della vitamina K, il rischio è rimasto ancora molto alto ( OR=2.27 ).
I pazienti presi in esame avevano un’età compresa tra 45 e 89 anni ( media, 78.7 anni ). Circa il 52% della coorte era costituito da donne. Il punteggio medio CHA2DS2VASc era di 4.4.
I risultati dello studio si traducono in un rischio di 2.2 ictus per 100 anni-paziente nel primo anno dopo la sospensione del trattamento, con aumento del rischio ( 2.7 ictus per 100 anni-paziente ) nel periodo compreso tra 1 e 3 anni dopo l'interruzione della terapia anticoagulante.
Non sono state osservate differenze quando l'analisi è stata limitata ai pazienti con fibrillazione atriale e punteggio CHA2DS2VASc di 2 o maggiore.
Lo studio non ha specificato i motivi che hanno indotto ad interrompere il trattamento con Warfarin. ( Xagena2015 )
Fonte: European Society of Cardiology ( ESC ) Meeting, 2015
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