Fibrillazione atriale
Aggiornamento in Medicina
E’ pratica comune ripristinare e mantenere il ritmo sinusale nei pazienti con fibrillazione atriale ed insufficienza cardiaca.
Questo approccio si basa in parte sui dati che indicano che la fibrillazione atriale è un predittore di morte nei pazienti con insufficienza cardiaca e che la soppressione della fibrillazione atriale possa influenzare in modo favorevole l’outcome ( evento ).
E’ stato condotto uno studio multicentrico che ha confrontato il mantenimento del ritmo sinusale ( controllo del ritmo ) con il controllo della frequenza ventricolare ( controllo della frequenza ) nei pazienti con una frazione d’eiezione ventricolare sinistra del 35% o inferiore, sintomi di insufficienza cardiaca congestizia ed una storia di fibrillazione atriale.
L’endpoit primario era rappresentato dal tempo alla morte per cause cardiovascolari.
Un totale di 1.376 pazienti sono stati arruolati ( 682 nel gruppo controllo del ritmo e 694 nel gruppo controllo della frequenza ), e sono stati seguiti in media per 37 mesi.
Di questi pazienti, il 27% nel gruppo controllo del ritmo sono morti per cause cardiovascolari, rispetto al 25% nel controllo della frequenza ( hazard ratio nel gruppo controllo del ritmo: 1.06; p=0.59 ).
Gli endpoint secondari sono risultati simili in entrambi i gruppi per morte per qualsiasi causa ( 32% nel gruppo controllo del ritmo e 33% nel gruppo controllo della frequenza ), ictus ( 3% e 4%, rispettivamente ), peggioramento dello scompenso cardiaco ( 28% e 31% ) ed il composito di morte per cause cardiovascolari, ictus o peggioramento dell’insufficienza cardiaca ( 43% e 46% ).
In conclusione, nei pazienti con fibrillazione atriale ed insufficienza cardiaca congestizia, la strategia di routine del controllo del ritmo non riduce l’incidenza di mortalità per cause cardiovascolari, rispetto ad una strategia di controllo della frequenza. ( Xagena2008 )
Roy D et al, N Engl J Med 2008; 358 : 2667-2677
Cardio2008 Farma2008