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Un più alto indice BMI associato a rischio di fibrillazione atriale precoce nei giovani uomini


L'aumento dell'indice di massa corporea ( BMI ) nei giovani uomini adulti è fortemente associato a fibrillazione atriale precoce così come a esiti clinici peggiori successivi, tra cui scompenso cardiaco, ictus e mortalità per tutte le cause, tra quelli con diagnosi di fibrillazione atriale.

In precedenza erano emersi tassi più bassi di mortalità per tutte le cause tra gli adulti con obesità e fibrillazione atriale, un fenomeno noto come il paradosso dell'obesità.
Tuttavia, quello che è stato definito il paradosso dell'obesità potrebbe essere potenzialmente correlato a una popolazione di studio più anziana e malata.

Dati recenti di una coorte prospettica di pazienti di mezza età con fibrillazione atriale non hanno mostrato che l'obesità è associata a un rischio più elevato di esiti clinici sfavorevoli, mentre altri studi hanno suggerito che il sovrappeso e l'obesità sono fattori di rischio di morte e un endpoint composito di ictus ischemico, tromboembolismo e morte nei pazienti con fibrillazione atriale.

Uno nuovo studio di coorte basato sui Registri, ha analizzato i dati di 1.704.467 uomini ( età media, 18 anni ) arruolati nel Servizio militare obbligatorio in Svezia dal 1969 al 2005.
I ricercatori hanno valutato altezza e peso, pressione arteriosa, forma fisica, forza muscolare, quoziente di intelligenza e disturbi medici, registrati al basale.
E' stata anche presa in considerazione l'incidenza e gli esiti clinici della fibrillazione atriale utilizzando i registri National Inpatient Registry e Cause of Death Register.

Durante un follow-up mediano di 32 anni, ci sono stati 36.693 casi di fibrillazione atriale, diagnosticati a un'età media di 52 anni.
Rispetto agli uomini con un indice BMI compreso tra 18.5 kg/m2 e 20 kg/m2, l'hazard ratio aggiustato ( aHR ) per la fibrillazione atriale è aumentato da 1.06 ( IC 95%, 1.03-1.1 ) negli uomini con un indice BMI di 20 kg/m2 a meno di 22.5 kg/m2 a 3.72 ( IC 95%, 2.44-5.66 ) tra gli uomini con un indice BMI compreso tra 40 e 50 kg/m2.

Tra gli uomini a cui è stata diagnosticata la fibrillazione atriale, 3.767 sono morti, 3.251 hanno sviluppato scompenso cardiaco e 921 hanno sofferto di un ictus ischemico durante un follow-up mediano di 6 anni.
Gli hazard ratio aggiustati per mortalità per qualsiasi causa, scompenso cardiaco incidente e ictus ischemico tra gli uomini con fibrillazione atriale e un indice BMI basale di almeno 30 kg/m2 rispetto a quelli con un indice BMI inferiore a 20 kg/m2 erano, rispettivamente, pari a 2.86 ( IC 95%, 2.3-3.56 ), 3.42 ( IC 95%, 2.5-4.68 ) e 2.34 ( IC 95%, 1.52-3.61 ).

È stato osservato un aumento del rischio già a un indice BMI leggermente elevato all'interno dell'intervallo normale, con un aumento del rischio da tre a quattro volte tra gli uomini con obesità grave o patologica, corrispondente a livelli di indice BMI superiori a 35 kg/m2, suggerendo un ruolo causale dell'adiposità sui processi fisiopatologici che portano alla fibrillazione atriale.
Inoltre, i dati hanno indicato anche che l'obesità adolescenziale è prognostica di esiti peggiori nei soggetti a cui è stata successivamente diagnosticata la fibrillazione atriale rispetto a mortalità per qualsiasi causa, insufficienza cardiaca e ictus ischemico.

I ricercatori hanno notato che la vera associazione tra obesità e fibrillazione atriale è difficile a causa delle complesse interazioni dell'obesità con altri fattori associati alla fibrillazione atriale, come cattiva alimentazione, scarsa attività fisica, ipertensione, diabete, fumo, lipidi elevati e apnea notturna.
Tuttavia, i giovani individui obesi potrebbero non aver accumulato questi fattori di rischio nella stessa misura delle coorti più anziane.
La relazione tra fibrillazione atriale e indice BMI nell'adolescenza è persistita indipendentemente da altri fattori e comorbidità. ( Xagena2022 )

Fonte: Journal of American Heart Association, 2022

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